sábado, 26 de abril de 2014

25 aprile 2014 -arcipelaghi postesotici

miraggi e ormeggi
anche oggi è iniziato tagliando.
Un vestito marrone chiaro, con una cerniera centrale, quattro tasche, stile avventura coloniale anni ‘20, il vestito da “antropologa” di vesna. Sacrificato, in nome di tutto il sapere che rappresenta, per diventare una parte del corpo dell’isola postesotica di QUI. 
Il taglio degli occhi. Il bianco che tutti abbiamo in comune, poi iridi castane e coloratissime, pupille nere. Kiarù si mette alla macchina da cucire professionale con il rocchetto rosso. Le venature all’inizio impressionano, ma è il rosso che quegli occhi hanno visto, il rosso che li rende inquieti. 
L’isola di QUI ha un corpo, un’infinità di occhi sempre attenti, delle cerniere aperte come i silenzi, dei seni pieni di brillantini, una bocca vulcanica. Degli ormeggi e delle corde su un lato, perché l’isola non è accessibile in tutti i punti.
Ad un certo punto siamo immerse nella disposizione intricata di strisce di tessuto e intrecci, in un sistema iper complesso di spilli, strati di stoffe e cuciture a zig zag.  Vesna si sente tornare bambina. Come quando si fantasticano progetti impossibili, case sull’albero, traversate infinite da isola a isola, ombrelli per provare a volare, e ci si ritrova felici nel bel mezzo di tutta questa fantasia. 

1 comentario:

mery dijo...

desde granada os echo de menos
un abrazo